Camera Zimmer
Aprite la porta.
Entrate nell'armadio.
Questo è inizio.
Poche parole che aprono una canzone e un mondo. il più piccolo e il più grande degli universi.
Per tentare di descrivere l'indescrivibile.
Bisogna chiudere gli occhi quando si tenta di ascoltare Camera Zimmer, progetto di un triumvirato dalle modenesi origini terrene ma che sembra provenire da un mondo a sè stante.
Ma forse chiudere gli occhi non basta.
Un gruppo fantasma che non ha immagine, che ha solo suoni e parole e concetti imprescindibili da qualsiasi realtà cui siamo abituati.
Come in una pittura del Bosch, dove piccoli e infidi demoni passeggiano a braccetto con umani pietosi e grotteschi, dove non c'è una chiara linea di demarcazione tra ciò che è reale e ciò che è pura fantasia. Un limbo nel quale è difficile entrare e dal quale è mpossibile uscire.
Urla dilaniate si fondono con melodie menestrelliche, disperazione si incrocia con rassegnazione, un attimo dopo con rabbia incosciente e ilarità putrefante.
Questo mi sento di dire su(i) Camera Zimmer. Ed è troppo poco, ma troppo per le mie membra angosciate.
E spero che nessuno di voi ne senta mai parlare. Potrebbe non essere il momento adatto.