lunedì, aprile 18, 2005

Spoon + Interpol @Vox Club, Nonantola (Mo)

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Riprendo in mano le redini di questo morituro blog, ma lo faccio sommessamente, quasi in silenzio.
Tutto cominciò con il primo concerto degli Interpol, il 2 Dicembre al Velvet di Rimini.
Tutto (tutto che cosa?) forse finirà con questo concerto.
Un cerchio che si chiude, la solita vecchia storia del serpente che si mangia la coda, che mi piace così tanto.
Anche il tempo sembra essere tornato a quel lontano 2 Dicembre...una pioggia intermittente e fastidiosa accompagna noi 4 disincantati sassolesi fino a Nonantola, che per fortuna sembra essere già stata travolta dall'acquazzone. Cosa che ci consente di consumare un paio di fredde birre in più all'aperto, congelando in modo perenne le nostre dita.
Entriamo alle 8 e 58, in perfetto orario, e capisco subito, dalle note di Sister Jack, che al Vox i concerti iniziano con puntualità disarmante.
Poco male. Gli Spoon, tecnicamente bravi, sono come i loro dischi. Asettici. Il tastierista sembra uno scolaretto, seduto ad un banco mentre sostiene l'interrogazione di musica con la sua pianola a fiato. Il bassista sembra lì per caso, immobile ad un angolo del palco. Il cantante/chitarrista è l'unico che sorregge uno show scarno e senza pretese, in fondo. é un peccato, perchè di potenziale questi Spoon ne hanno, ma è come se mancasse sempre qualcosa.
Ad ogni modo, passo il tempo di questo insipido antipasto a vagare in cerca dei compagni di viaggio, persi a causa di motivi fisiologici. Li ritrovo giusto in tempo per aspettare, a qualche metro dal palco, quella mezzora interminabile e soffocante che ci separa dall'inizio del piatto forte.
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Next Exit. Luce blu. Così cominciano gli Interpol. Così come avevano cominciato a Rimini.
Il guaio, se davvero di guaio si può parlare, è che continuano anche come avevano continuato a Rimini. Paul Banks recita gli stessi idiomi di allora, addirittura: "we would like to thank Spoon"...almeno non ha detto Bloc Party. A un certo punto pensavo di essere tornato a quella nottata di fine autunno. E quella freddezza, quell'immobilità che gli era stata attribuita da molti all'andata, ebbene, ora ne sento anche io tutto il peso.
Devo dire la verità: mi sono sentito un pò coglione, a spendere 24 euro stavolta. Finito il concerto, passo davanti al banchetto dei gadgets. Maglie:25 euro. Set di spille:10 euro. Cazzo, mi si sono inflazionati gli Interpol. Tra due anni li ritroverò presentati da Daniele Bossari a Top of the Pops. Nel 2002, il concerto all'Estragon costava 10 euro. Tutti li acclamavano. Ora costano più del doppio, e in molti gli tirano le pietre. Io invece spendo i miei 10 fottuti euri, e gli compro pure le pins. Si, sono un coglione. Si, non sono di quelli che gli piace un concerto solo perchè è visto da una 50ina di persone e costa meno di un deca. E va bene così.
Il serpente si è mangiato la coda. Dal 2 Dicembre ne sono successe di cose, tante, forse troppe.
Ma, come sempre succede, il passato riaffiora inesorabile, grazie a persone e forse anche ad eventi come questo, chiara espressione che certe cose non cambiano mai. E cancella, per un pò, tutto ciò che c'è stato in mezzo.

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1 Comments:

Blogger Anais said...

a me son piaciuti di più a milano.almeno lì ero vicina vicina vicina, senza pressione delle persone di fianco.fanno concerti fotocopia.peccato.

2:45 PM  

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